mercoledì, novembre 26, 2008

Lezione di Giapponese 1

1- La cosa più importante, in generale per imparare qualsiasi lingua straniera, è avere una buona base di grammatica della propria lingua madre. Quindi ripassate bene l'analisi logica e grammaticale! Se non conoscete bene la sintassi italiana, non riuscirete mai a tradurre dal giapponese. Ripassate complementi, avverbi, aggettivi, consecutio temporum.

2- Il giapponese non ha né singolare né plurale; né maschile né femminile, e non esistono gli articoli. La parola "manga", per esempio, può essere tradotta indifferentemente sia "il/un fumetto" che "i/dei fumetti". Per i pronomi ci sono delle eccezioni.

3- i verbi non hanno né persona né numero. "Miru" estrapolato dal contesto può voler dire "io vedo, tu vedi, egli vede, noi vediamo" ecc...

4- i tempi dei verbi sono solo i seguenti:

- presente

- passato

e i modi:

- condizionale

- gerundio

Ma non vengono classificati come in italiano, bensì attraverso delle "basi" che vedremo più avanti.

5- esistono diversi registri di linguaggio a seconda della persona che parla e del suo interlocutore:

- maschile/femminile

- superiore/inferiore

- sconosciuto/conosciuto (uchi/soto)

che si riflettono in diversi gradi di formalità (dal grado più basso al più alto):

- ordine/scortese (es.: militare)

- forma piana (amici della stessa età e della stessa posizione sociale)

- forma cortese (tra sconosciuti allo stesso livello)

- forma onorifica umile/onorifica (keigo)

- ulteriore forma onorifica (per rivolgersi all'imperatore ecc...)

6- è importante conoscere anche le regole non scritte insite nella cultura giapponese, per non commettere gaffe. Per esempio, non si usa mai il pronome "tu", ma ci si rivolge all'altra persona usando il nome o cognome, spesso parlando anche di se stessi in terza persona. Non si rivolge mai la parola a uno sconosciuto (ma per gli stranieri, "gaijin", è diverso) né è consentito fissare o indicare gli altri. Non si parla mai ad alta voce e non si usa il telefono in metropolitana o in treno.

.7- Può sembrare ovvio, ma mi è successo molte volte di sentirmi chiedere se il giapponese e il cinese sono due lingue diverse.

Ovviamente la risposta è SI, MOLTO. Anzi, completamente! L'unica cosa che può assomigliare al cinese sono gli ideogrammi, in quanto in origine vennero copiati dal cinese classico, e usati per esprimere parole in giapponese, quindi adattati e un po' stravolti sia nella pronuncia che nel significato. Ora che il cinese è stato semplificato, non si assomigliano neanche più così tanto. La pronuncia e i suoni sono cmq completamente diversi, in quanto il cinese è una lingua tonale (una sillaba ha 4 toni e 4 significati diversi), mentre il giapponese non ha né toni né accenti (infatti, una parola si pronuncia ogni volta differentemente in base alla frase e al contesto).

8- La struttura della frase e la sintassi sono "rovesciate" rispetto all'italiano (è un po' come il latino e il greco). Il significato di una frase si potrà capire soltanto dall'ultimo verbo, come vedremo, e il rapporto tra le varie subordinate sarà chiaro soltanto dopo aver letto l'ultima frase o la principale a seconda dei casi.

1 commento:

Valentina Bellettini ha detto...

Interessante! Ho imparato qualcosina qua è là, ma ora comincerò a seguire anche le tue lezioni! ^^